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L’uom che ha senno e virtù! — Rapido quindi
Volse la terga e si fuggì da quello,
E all’altro garzoncel sen venne il padre.
     695Ma il mezzano fratel, ratto che il vide,
Tese all’arco la corda e il trasse a forza.
Se opra nostra è la pugna, egli dicea,
Che son dinanzi a me leoni in giostra,
Che son di pugna esperti i cavalieri?
     700Disse cotesto, e benchè fosse il core
Pien di rabbia e di sdegno, il giovinetto
Volse il viso a fuggir. Come poi giunse
Il minor figlio dietro a quelli, un grido
Alto levò, come il dragon scoverse,
705Rapidamente sguainò la spada
E le redini sciolse e dell’Eterno
Il santo nome pronunciò, poi disse:
     Via da nostra presenza! E tu pel calle
Non camminar d’indomito leone,
710Tu abietta fiera! Che se giunse mai
Fino agli orecchi tuoi l’inclito nome
Di re Fredùn, con noi non affannarti
In questa guisa! Chè di lui siam figli
Veramente noi tre, di pugna amanti,
715Di clava armati. Da quest’alto calle
Vanne tu adunque ad inaccesso loco;
Se no, col ferro mio ti porrò in capo
Dell’indole tua rea serto ben degno.
     E Fredùn che ascoltò, vide e conobbe
720L’indole di ciascun de’ figli suoi,
E rapido sparì. Partìa, ma tosto
Fea qual padre ritorno, in quella sua
Pompa di prence e di signor, qual era
Ben degna cosa, e avea timballi intorno,
725Elefanti furenti e ardimentosi,
E quella clava alto ferrata in pugno,
Dal capo di giovenca. Erangli dietro