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Non interrotti, ed un ne avea ciascuno,
Di molte cose prezïose e belle
Tutto fregiato. — Ma se in nostre case
665Cresce con molto onor, con bel costume,
La dolce prole, che val mai se figli
Abbiam noi giovinetti o vaghe figlie
A nutricar? Con nobile ricchezza,
Con regal pompa, vergine fanciulla
670E tenero garzon sempre saranno
Dolce conforto in ogni nostra cura.
     I giovinetti, vigili del core,
Veloci al corso, a re Fredùn tornavano.

IV. Divisione del regno.

(Ed. Calc. p. 56-59).


     Fredùn, poi che novella ebbesi certa
675Che i tre prenci redìan, rapido scese
All’aperto sentier. Volea contezza
Di lor alme toccar, volea suoi tristi
Sospetti via bandir, sì che sen venne
Con l’aspetto di drago. Anche un leone,
680Detto avresti, da lui scampo non trova.
     Ululando e fremendo in strana guisa
(E fiamme uscìan dalla sua bocca), allora
Ch’ei vide i figli suoi già già vicini
E negri monti là dintorno scorse,
685Turbo levò di polvere volante
E selvaggio ululò, sì che muggìa
Tutta la terra alle sue voci. E in pria
Venne correndo al maggior figlio suo,
Ricco di pregi e di corona ornato,
690Ma il garzon così disse: Ecco!, alla pugna,
Modo non vede con dragoni o serpi