Conosci e adori, lode a lui tu rendi,
E discenda su te grazia da lui!
Di giorno in giorno di te cresca, o sire, 100Bella di te felicità, ma cada
Prostrata al suol la sorte de’ perversi
Per decreto di Dio. Venga dal cielo
Vittoria eterna a te, nessun ti vegga
Fuor che saggio e prudènte e valoroso! 105E da quel giorno quanti eran possenti
In ogni villa e di gran cose esperti,
Venner correndo da ogni parte ai piedi
Del magnanimo re. Gemme commiste
A fulgid’or gittarono del suo 110Trono sommessi al piè. Tutti que’ prenci
De la sua terra allor, disposti in lungo
Ordin così su le sue porte (e grande
Era la pompa), a Dio fer voti ardenti.
Benedicendo al trono, alla regale 115Corona ed al suggel di re sovrano
E alla celata di guerrier. Levando
Al ciel le palme, con sciolta la lingua
Per molto amore inverso a lui: Rimanga.
Oh! rimanga, dicean tutti a una voce, 120Questa tua sorte sempiterna, e frutti
Vengan da te, signor, lieti e giocondi!
Dell’ampio regno tutti corse allora
Re Fredùn i confini, ogni nascosta
Cosa guardando e le palesi. E un giorno 125Da Amòl leggiadra all’orrida foresta
Di Temmìsheh passò, soggiorno ei fece
Là nella selva celebrata, al loco
Ermo e selvaggio che di Kus ha il nome,
E altro nome non sai che lo denoti. 130E là, quanto ei vedea fuor de la retta
Via tralignar, quanto ei vedea d’incolto
Nei pingui campi, ei correggea, togliendo