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25Destar con secchi legni, e zafferano
Arso dentro vi fu con ambra pura,
Chè venne da Fredùn l’antico rito
Di celebrar con insüeta pompa
Di Mihr la luna al suo principio. Tutti
30Riposano in quel dì, bevono in copia.
Tale è il costume, e resta ancor del prisco
E nobile signor dolce ricordo
Di Mihr la festa. — In essa un tristo e oscuro
Volto non mostrerai. — Ma quell’antico
35Signor di cinquecento anni pel tempo
Regnò, nè in alcun dì pose a malvagia
Cosa principio mai. S’egli non ebbe
Eterna vita, non servir, mio figlio,
A tue brame quaggiù, nè rattristarti.
40Sappi che eterna sua mortal carriera
Uom non ebbe giammai, che molta gioia
Non troverai nella terrena via.
     Di tal secreto non avea contezza
Franèk, sul trono già seder del mondo
45Il figlio suo, giacer deserto il loco
Di Dahàk regnator, di sua grandezza
L’ultimo giorno esser venuto omai.
Ma poi, le venne un dì novella certa
Del glorioso figlio suo; che cinta
50La corona ei si avea de’ padri suoi,
Seppe la madre. Ossequïosa in atto
Venne, e la fronte e la vaga persona
In pura onda lavò, dinanzi a Dio
Giudice stette. Fino al suol chinando
55La fronte sua, molto imprecò a quel fiero
Dahàk, superbo regnator, l’Eterno
Benedisse e fe’ voti por la sorte
Che lieta si mutò. Quindi la gente
Che in que’ lochi vivea misera e trista
60E il viver suo, gramo e sottil, con molto