Pagina:Il Libro dei Re, Vincenzo Bona, 1886, I.djvu/214


— 197 —

1405Quali d’ognun convenïenti. E allora
Che questi di colui l’opra desia
E vuol colui l’opra di questo, in terra,
Da confine a confin, gran turbamento
S’ingenera e grandeggia... Or qui si giace
1410Stretto in catene l’empio re che tanto
Infondeva terror con l’opre sue
Della gente nel cor, sì che tornate
Lieti e felici de’ fiorenti campi
All’opre industri, con letizia e amore
1415Lunga traendo la mortal carriera.
     Tutti della città corsero i prenci
E quanti avean di fulgid’or ricchezza
E tesori cospicui, e al giovinetto
Sire i doni recàr con molta gioia,
1420Splendidi e belli, al suo comando in core
Riverenti e devoti. E a sè li accolse
Fredùn allor con accoglienze oneste,
E grado e potestà con molto senno
Conferì lor con nobili consigli,
1425Benedicendo. E poi, Dio ricordando
Dell’ampia terra creator, Quest’alto
Seggio, ei disse, è il mio loco. In ciel risplende
Di vostra sorte la fulgida stella
Con lieto augurio, chè Dio santo noi
1430Dal mezzo suscitò della sua gente,
Dalle valli d’Albùrz, perchè venisse
Franchigia a voi dall’orrido serpente
Per quella che dal ciel tutto m’investe
Maestà di regnante. E poi che tale
1435Fu pietate di Dio dator di grazia,
Con letizia di cuor la luminosa
Sua via correr dobbiam. Dell’ampia terra,
Da confine a confin, son io signore,
E licito non m’è lungo restarmi
1440In un sol loco. Dove ciò non fosse,