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Frutto alcun non avrai d’oggi in avanti!
Come adunque affidar l’alta custodia
Potresti a me di tua città superba,
Tu, che privo se’ omai del trono antico
1265Di tua grandezza? E gli alti uffici in quella
Tua casa come mai daresti al tuo
Servo sì come un dì? Dal loco eccelso
Della tua gloria via t’han discacciato,
Come pel che si trova entro la pasta
1270E via si gitta. Cerca tu riparo,
Cercalo tu che se’ principe e sire.
Venne il nemico tuo, venne e si assise
Alto sul trono. Ei stringe una possente
Clava nel pugno, che di ferro ha in cima
1275Di giovenca la testa. Ogni tuo incanto
Via si portò, disperse ogni magìa,
Le belle tue si tolse e il loco tuo
Col piè calcò... Perchè, dunque, tu stesso
A te stesso non pensi? Io già non credo
1280Che simil cosa si avverasse mai.
     Fe’ senno allor per tal risposta e ratto
Volle partir prence Dahàk. La sella
Fe’ porre al suo destrier che penetrante
Avea la vista, come vento al corso,
1285E venne e s’affrettò con infinito
Esercito di Devi e di gagliardi
A lui devoti, e dirizzando il passo
Agli abitati dai deserti lochi,
Aspra vendetta meditò nel core.
     1290N’ebbe novella di Fredùn guerriero
De’ gagliardi lo stuol. Tutti gittàrsi
Per l’inaccessa via, scesero in fretta
Da’ lor cavalli bellicosi, e orrendo
Contrasto cominciàr d’armi e di forza
1295In quel loco sì angusto. Era sull’alto
D’ogni tetto un guerrier, sovra ogni soglia

Firdusi, I. 13