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D’un veloce corsier, volgea le redini
1190A cercar di Dahàk nella lontana
Terra la traccia. Ei lo raggiunse, e salse
Nella presenza sua, tutte le udite,
Le viste cose gli narrò, poi disse:
     Signor di gente valorosa e altera,
1195Or sì che indizio venne a te sicuro
Del tuo vicino declinar! Con ampio
Esercito d’eroi venner tre prodi
Con fronte eretta alle tue case; estrania
Regïon li mandò. Ma quei che in mezzo
1200È agli altri e per età minor ti sembra,
Che ha di cipresso la statura e volto
Qual di regnanti, è sì minor degli anni,
Già tel dicea, ma più degli altri è fiero,
Più potente d’assai, primo di tutti
1205S’avanza ardimentoso, e una ferrata
Clava stringe in sua man, qual di montagna
Smisurato frammento, e in mezzo all’ampia
Folla risplende, come stella in cielo.
Alto sul suo destrier, la tua regale
1210Dimora entrò con impeto selvaggio,
E dietro gli tenean que’ due guerrieri
Per quella stessa via. Venne, e si assise
Sul regal trono e tutti via disperse
Gl’incanti tuoi, le tue magie. Poi, quanti
1215Eran guerrieri nel palagio e Devi,
Tutti ei dall’alto del corsier co’ fieri
Colpi conquise e tempestò sul capo,
E le cervella orrendamente e il sangue
Sul suol ne mescolò. — Dahàk rispose:
     1220Esser potrìa che l’ospite sia lieto,
E ciò bene sarà! — Ospite strano,
Lo schiavo soggiungea, che reca in pugno
Clava cotal che a sommo ha di giovenca
L’eretto capo, se a te vien, ten guarda.