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Per via d’amore, non l’amistà nè il patto,
865E complice si fe’ del tristo Devo
Contro al sangue paterno. Io bene udii
Da un saggio antico che del padre il sangue
Mai versar non osò figlio malvagio,
Fosse pur figlio di leon feroce.
870Se diversa natura egli ha nascosta
In fondo al core, nella madre sua
Si dee cercar cotal secreto. Figlio
Che natura lasciò del padre suo,
Non dirai figlio, ma il dirai straniero.
     875Con tal arte così del padre suo
Dahàk ascese impetuoso il trono,
Dahàk malvagio. In fronte ei si ponea
La corona degli arabi guerrieri
E fra lor dispensava a quando a quando
880Grazie e favori e offese. Iblìs, che tutto
Vedea compiuto il suo desìo perverso,
Ad altri inganni rivolgea la mente.
Poi che a me ti se’ volto, ei disse allora
Al giovine signor, vedi?, toccasti
885Tu del tuo core ogni desìo! Se fede
Al mio comando serberai, se il patto
Non scorderai con me fermato e quanto
Io ti dirò, non niegherai, quest’ampia
Terra fia tua per quanto gira intorno,
890Tuo sarà su le belve e gli animanti
E sui pesci del mar, sovra gli augelli,
Su le stirpi dell’uom, l’alto dominio.
     Disse, e novella meditò un’astuzia
E a nuove cose, oh meraviglia!, il facile
895Pensier rivolse. In vago giovinetto
Ei mutava il sembiante, e avea leggiadra
La persona gentil, nobil favella
E mente astuta e penetrante. Ei venne
Nella presenza di Dahàk superba.