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Terminata la lunga versione, i principali giornali e periodici d’Italia ne diedero la notizia, e io ringrazio ben di cuore il Prof. G. Barzellotti della R. Università di Roma di ciò che egli ha scritto sulla versione mia, con tanta indulgenza, nella Cronaca Bizantina. Mi rivolsi allora ai principali Editori, e persone rispettabilissime insistettero presso di essi, raccomandando perchè qualcuno di loro pigliasse a cuore questa lunga pubblicazione dell’intero Libro dei Re, notando che sarebbe stata impresa di non piccolo onore per l’Editore stesso. Ebbi da tutti encomii e lodi e parole di ammirazione, ma nulla di più, onde accadde a me quello che accadde a Firdusi, che ebbe lodi da tutti e nessun aiuto. Egli dice infatti:

Altro che un «Bene hai fatto!» era la mia

Parte assegnata, e il vigor mio, per quello
«Bene hai fatto!», scemavasi frattanto

E si perdea.

Così passarono più di tre mesi, perduti in vani e inutili tentativi. Io voleva preferibilmente pubblicare qui a Torino il mio lavoro, anche per poter meglio sorvegliare la stampa, essendo sul luogo; tuttavia io già stava per rivolgermi alla Casa dei Successori Le Monnier di Firenze, dalla quale ebbi agevolezze e favori, quando a liberarmi dalle incertezze e dall’angoscia dell’animo venne inatteso l’aiuto efficace e generoso di una persona amica. Il Cav. Prof. Sac. Luigi Grillo, Direttore-proprietario di un fiorente e reputato Istituto di Scuole secondarie qui in Torino, mi si offerse spontaneamente di aiutarmi nella stampa