E in ciò di cinquant’anni ebbe fatica 510A sopportar. Deposte ne’ tesori
Le fulgid’armi, egli pensò per altri
Cinquant’anni le tuniche guerriere
Che d’assalti nel tempo e di tenzoni
Vestono i forti. Di lucente seta, 515Di lin, di crini e di fulgida lana
Panni ei compose e prezïosi drappi,
Opra ammiranda, e agli uomini d’allora
Del torcer l’arte e del filar con molta
Cura insegnò, dell’intrecciar sull’ampio 520Telaio il filo a la composta trama;
E la tela composta essi in un’onda
Purissima a lavar, vesti a cucirne
Appresero da lui le genti sue.
Fatto cotesto, ad altre cose ei pose 525Primo principio. S’allegrava il mondo,
S’allegrava il gran re. Fece una schiera
D’ogni gente di questa arte e di quella,
E cinquant’anni spese in ciò pur anco.
Primo è lo stuol che de’ Kàtùzi appelli, 530Qual riconosci esser gente devota
Al pio costume. Ei separò tal gente
Dall’altre schiere, e fé’ sugli alti monti
Loco a cotesti, addetti a Dio, l’ufficio
Perchè lor fosse venerar l’Eterno, 535Pregando pïetosi innanzi a Dio,
Signor del mondo. All’altro fianco suo
Fu posto un altro stuol, quale appellarono
Stuol de’ Nisàri. Quai leoni ei menano
Assalti e pugne, all’esercito ei dànno, 540Dànno alla terra nobile splendore,
Chè si regge per essi il regal trono,
E serbasi per essi intatto il nome
Di guerriera virtù. Terza conosci
De’ Nesùdi la schiera. Essi non hanno