Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 114 — |
Eroici fatti a celebrar capace
490In nobil guisa. Or va; quel regal libro
Volta in nostro sermon; cercati onore
Presso ai regnanti con ardita impresa!
Quando quel libro ei mi recò, rifulse
L’anima mia ch’era sì trista e fosca.
X. Lodi di Abû-Mansûr.
(Ed. Calc. p. 8-9).
495 Allor ch’io cominciai l’ardita impresa
Di quel libro regal, grande e famoso
Viveva un prence. Giovinetto egli era,
E discendea da una gagliarda stirpe
D’antichi eroi, saggio e prudente e accorto
500E di sereno cor. Molta saviezza
Egli avea di consiglio; e verecondia
E nobile parlar, dolce favella
Eran suoi pregi eletti. Oh! che mai dunque,
Sovente ei mi dicea, da me si chiede,
505Perchè l’anima tua tutta si volga
All’antico racconto?... A me ricorri
In ciò ch’è d’uopo, e l’opra mia solerte
Per me non fallirà, del tuo bisogno
Ad altri il carco non darò. — Qual fresco
510Pomo cresciuto a un arbor su la cima.
In sua guardia ei mi avea, perchè importuno
Vento non mi offendesse. Io fino agli astri
Mi sentìa sollevar dall’umil loco
Pel favor di quel grande. Agli occhi suoi
515Quanto la terra vil l’oro e l’argento
Avean scarso valor, ma il nascimento
Nobile ed alto maggior pregio in lui
Con dignitade accumular parea.
Vile era il mondo agli occhi suoi; di fermo