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Gl’indomiti elementi ebbero un loco
Trovato a lor convenïente, a questa
125Terrena stanza dier principio. Ancora
Si mescolâr lor mobili nature,
E parvenze novelle e d’ogni specie
Dovunque pullulâr. Mostrossi allora
Questo ciel roteante che novelle
130Meraviglie rivela a quando a quando,
E tosto dominâr sette pianeti
Tutti dell’anno i mesi, al loco suo
Ponendosi ciascun. Su in cielo allora
Governo si mostrò di umane cose
135Per giustizia e favor; ne ottiene il saggio,
Qual si convien, nobile frutto in dono.
Ma i cieli intanto, insiem fra lor congiunti,
Poi che l’ordine lor fu posto in alto,
Mossero in giro bellamente, e questa
140Umile terra co’ suoi vasti mari,
Con le montagne sue, con le pianure,
Con le sue valli, nello spazio apparve
Come fulgida lampa. Alto si ergeano
I monti sovrastanti, e dentro ai fiumi
145Spumavan l’acque, ed ogni pianta, ogni erba,
Alta salìa con rigoglioso fusto.
Ma questa terra in loco alto e sovrano
Non ebbe sede, e parve un negro punto,
Un punto negro e fosco. In ciel frattanto
150Lor meraviglie le rotanti stelle
Svelâr concordi, e su la terra ombrosa
Piovvero in copia i rai. Così montava
Eternamente il fuoco, eternamente
Così l’acque scendean, così dintorno
155A questa terra si movea la lampa
Del sole infaticato. E l’erbe ancora,
Con molti alberi e piante, uscîr spuntando,
Che sotterra, dal Fato, a lor fu posto