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La storia del nostro Lago durante questo periodo della signoria de'Visconti è in gran parte connessa con quella di questo illustre casato: e perciò reputo necessario di seguire in questo un ordine diverso da quello de'precedenti periodi procedendo quindi innanzi di pari passo nella narrazione de'fatti relativi a questa famiglia con quelli che riguardano le nostre sponde, solo interrompendone di tratto in tratto la serie per dar luogo ad alcuni fatti particolari, che non potrebbero riferirsi altrove senza alterarne l'importanza loro nella ragione de'tempi.

L'arcivescovo Ottone non solo colle parole, ma ben'anco coi fatti volle manifestare la sua gratitudine verso coloro che gli furono larghi di consigli e di aiuti, in modo particolare verso Simone da Locarno, a favore del quale volle istituire espressamente una nuova carica e con assegno ad essa corrispondente, eleggendolo Capitano del popolo, cioè a dire comandante supremo di tutte le milizie. Con questa nuova restò abolita l'antica di anziano del popolo in uso sin qui. Vi aggiunse inoltre l'altro onorevole incarico di riformare gli Statuti insieme col podestà di Milano, che era allora Rizzardo di Langosco conte palatino di Lomello; dal che può dedursi essere stato Simone in reputazione di uomo non meno prode di mano che valente pel senno civile1.

Terminato l'anno, Simone fu confermato capitano del popolo per altri tre successivi, ed ebbe parte nella prova, che ritenevano i della Torre contro di Ottone. Tuttochè questi fossero già stremati di forze e grandemente abbattuti di spiri-

  1. Non dimenticò Ottone nè anco i fratelli Uberto e Giovanni del Sasso, sunnominati, e li creò cittadini di Milano con tutti i loro discendenti l'anno stesso del suo ingresso in questa città col privilegio eziandio di portare nel loro stemma gentilizio la biscia, ch'era l'impresa degli stessi Visconti, ad eccezione del fanciullo. — Esiste tra i sacri arredi della Collegiata di S. Vittor di Canobio un calice di argento di forma assai antica, collo stemma dei Visconti, e colla seguente iscrizione incisa nel piede: Dom. presbytero Bernardino de Saxo. È molto probabile, che esso sia un dono fatto dallo stesso Ottone a questo sacerdote, dal quale sia poi passato ad arredare la detta chiesa.