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dello proporzionato allo spendio di tanto danaro.

Se eglino altra cosa non recassero alle case loro che rosarii e corone, non sarebbevi poi gran male; ma recano puranche opicioni. Non parlate ad essi degli abusi che formicolano nel reame del Papa, che vi risponderebbono, facendo bocchi, essere pur essi stati in Roma, e nessuno averne veduto. Siccome l’apparenza delle cose è a segno e a modo, almeno nei belli rioni della città, i buoni viaggiatori argomentano che sia tutt’oro cio che luccica. Han visto Papa e Cardinali alla Sistina, nel fulgore della gloria ed innocenza; ma, poffare! non è nel giorno di Pasqua nè sotto gli occhi di tutti che il cardinale Antonelli attende a’ suoi piaceri o alle sue bisogne. Allorchè monsignor B**** disonorò una fanciulla, che ne morì, e chiuse in galera il fidanzato, non iscelse la Sistina per campo delle sue geste.

Non compiangete la nazione italiana innanzi ai pellegrini della Settimana santa. Essi hanno osservato i campi incolti da Civitavecchia a Roma, ed hanno compreso che infingardo era il popolo. Hanno incontrato di molti mendici nelle pubbliche vie, ed hanno indovinato che mendico era il popolo. Il servitor di piazza, che accompagnavali, ha susurrato all’orecchio loro misteriosa parola; ed essi hanno inferito che tutti gli Italiani fan mercato delle figliuole e delle mogli agli stranieri. Voi li sbalordireste dicendo loro