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fede per andare dovunque fra le genti. Ma io non fo a fidanza con essi, nè i loro consigli sonomi riusciti utili; pur sento per essi affetto e non so qual commiserazione. Chi può dire di quanti avvenimenti saranno spetiatori prima di morire? Chi prevedere gli spettacoli che il futuro lor serba, e la rivolta italiana recherà alle abitudini loro Già le vaporiere che volano a Frascati intronano ad essi malamente gli orecchi. Fra poco l’acuto sibilo del vapore, che sembra impertinente schernire la rispettabile commedia del passato, risonerà tra Roma e Civitavecchia. I battelli a vapore, altro trovato infernale, recano due volte la settimana genti di pessima qualità. Cotesti capannelli di viaggiatori che ingombrano le vie e le piazze tanto assomigliano ai buoni stranieri, quanto i barbari di Attila al degno Spagnuolo, il quale andò a bella posta in Roma per ammirar Tito Livio.
La è un’accozzaglia di ogni risma; imperò da che poco o nulla costa il viaggiare, ogni mascalzone può comportar la spesa dell’andare a Roma. Avvocati senza clienti, medici senza infermi, impiegati a mille franchi all’anno, pedanti di seminario, gente di uffizii, di fabbriche, di fondachi piovono qui a dirotta come gragnuola, per la smania di dire che han visto mondo. La settimana Santa ne adduce sola uno sciame innumerevole. Cotesto popolo minuto, che viaggia con un fardelletto sotto il braccio, alloggia all’al-