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trabbando delle idee, tuttodì più vigoroso si beffa delle dogane: la presenza degli Austriaci aizza il patriottismo, la gravezza delle imposte inasprisce il senso comune, e quindi tutte le frazioni della classe media, avvocati, medici, mercatanti, coltivatori, artefici, si ricambiano il malumore, gli sdegni, le idee, le speranze. La barriera dell’Appennino, che separali dal Papa, ravvicinali all’Europa ed alla libertà. Non mi son mai accontato con un borghese delle Legazioni senza aver detto, soffregandomi le mani: E pure vi ha nazione italiana.

Viaggiando tra Bologna e Firenze nel Corriere, mi trovai in compagnia di un giovane che, giudicato dal gusto squisito del suo abbigliamento, presi in sulle prime per inglese. Appiccatosi fra noi animato favellare, si giusto esprimevasi il nuovo compagno nel mio idioma, che pensai esser con un compatriota. Ei nell’infrattanto cosi mi parlò d’Italia, della sua coltura, industria, commercio, giustizia, amministrazione e politica del suo paese, che ebbi a ravvisare in lui un italiano, e bolognese. Ciò che massimamente in esso ammirai non era l’estensione e la varietà di sue cognizioni, né la dirittura dell’animo, si la nobiltà dell’indole e l’ammodamento del suo linguaggio. Sotto ciascuna parola s’ascondeva altissima stima della dignità di sua patria; cocente dispiacere di mirarla disconosciuta e abbandonata; ferma speranza nella giustizia d’Europa in gene-