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rimedio, quanto è da sè. Parimente se stremo di ricchezza è il colono, ei adopera col suo padrone modo di arricchire, e la coltivazion dei campi è in tanto progresso, che, fra non assai, non avrà più progresso a fare. E l’uomo alle prese con la natura ne approda; e coltivando il campo, coltiva insiem lo spirito.
Ma, per essere veritiero, ho da dire che in si belle provincie la religione vive scriata e stenta. Ho indarno cercato nelle città dell’Adriatico i cedoloni di Frosinone, di Fellettino o di Veroli: «Viva Gesù! Viva Maria!» che mi empieron l’animo di santa edificazione di là dai monti. A Bologna ho letto sonetti sui canti delle vie: sonetto al dottor Massarenti che guari la signora Tagliani; sonetto al giovane Guadagni nell’occasione di sua laurea... A Faenza, nelle pareti delle case, appresi nuova specie di entusiasmo per l’arte drammatica: «Viva la Ristori! Viva la divina Rossi!» ... A Rimini, a Forli bo letto:«Viva Verdi! Viva la Lotti! Vivano Ferri, Cornaro, Rota, Mariani! ed anche (ne chiedo perdono agli abbuonati all’Opera ): Viva la Medori!»
Lorchè visitai, dopo Ancona, la Santa Casa di Loreto che, come sapete, fu recata di Palestina, co’ suoi mobili, a spalla di angeli; vidi truppa di pellegrini entrare in chiesa trascinandosi ginocchioni, versando lacrime, e leccando con la lingua i mattoni. Pensavo, sgomento, che fossero paesani del vicinato: ma un operaio d’Ancona, ivi presente, mi