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novella vita, bene è da tanto da vietar loro mangiar carni in venerdi.

Mirateli in giorno di festa solenne. Uomini, donne, bimbi tutti alla Chiesa. Fiori sono spanti per le vie; la gioia è nei volti. Oh che c’è egli ora? Che c’è? C’è sant'Antonio! Messa in musica in onor di sant’Antonio; una processione per festeggiar sant’Antonio; i bambini vestiti da angeli; gli uomini imbacuccati con vesti di loro confraternita: son costì i confrati del Cuore di Gesù; sono là quei del Nome di Maria; vengono dopo le anime del Purgatorio. Ma ecco, la processione si ordina; le file, dopo un po’ di parapiglia, si dispongono: alfin procede. Ma quando la statua di sant Antonio (che è un fantoccio dalle guance rosse) esce di chiesa, misericordia! turate gli orecchi: rimbombano i petardi, suonano a distesa le campane, gracchiano i preti, piangono le pinzocchere, gridano a piena gola i fanciulli: «Viva sant'Antonio!» La sera fuochi pirotecnici, un globo areostatico, dipintovi sopra sant’Antonio, qualche luminaria.... e poi, dopo tanta gazzarra, chi potrebbe lamentare il manco di pane? Chi non si crederebbe aver di catti?

Passiamo l’Appennino. La popolazione, comecchè non affaito differente da quella che abbiamo testè conosciuta, pure quanto ad essa innanzi! Costi gli uomini hanno uso di discorso. Se l’artiere delle città non è in lieto stato, egli ne indovina il motivo, e vi appon