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Fra le classi sociali non annovero la cheresia, perchè ella è straniera alla nazione per interesse, per privilegi, sovente per origine. Cardinali e prelati, a imberciar nel segno, non sono sudditi del Papa, sì affini in Dio, e colleghi, proporzionatamente, della sua onnipossanza.
La division delle classi, che a misura che l’uom dilunga dalla sorgente (come ogni altro abuso), menoma, fa sfoggio di sé in Roma dattorno al soglio pontificio.Un abisso sta fra il patrizio ed il borghese romano, un abisso fra questo ed il plebeo, il quale, da suo canto, sdegnato dello spregio che le due caste superiori gli versano a man piena sul capo, ne getta alcuno sprazzo sui villici che vanno a mercato; carità di tigri. In Roma, merce le tradizioni della storia e la educazione papesca, chi è da meno crede uscir dal proprio nulla e divenir un gran fatto, sol che mendichi il favore e l’appoggio di un superiore. Il sistema di patronato e di clientela fa piegare il ginocchio al ’plebeo nanti al borghese, al borghese nanti al principe, al principe nanti al clero-sovrano. A cento chilometri da Roma non s’inginocchiano guari; di là dagli Appennini, punto. A Bologna, a mo’ d’esempio, ammirasi nel costume eguaglianza spartana: perché i suoi abitanti veder, grazie ai monti, Roma non ponno.
Il valore assoluto degli uomini di ciascun ordine cresce nel modo stesso secondo il quadrato delle distanze. Voi potete sodare