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zione incetta il loro fromento, la canapa, gli olii. Chi fa si mal governo delle foroste dello Stato? Chi scorrazza per le vie maestre arrestando diligenze, predando viandanti, se non associazioni? Ultimamente, l’agitazione e le congiure di Genova, Livorno e Roma non emergono dal partito mazziniano collegato di sottecchi in secreta associazione?

Non niego che i Romani procedono poco riverenti verso le leggi; ma ciò avviene, perchè leggi non sono nel loro paese. Bene professano piena osservanza al Codice di Napoleone, che chieggono a mani giunte; ma fannosi beffe dei capricci officiali de’ loro padroni, e n’han donde. Amico dell’ordine, non so acconciarmi al pensare che un ghiribizzo, una fantasia del cardinale Antonelli, scombiccherata sur un foglio, abbia ad avere potenza di legge per lo presente e per lo avvenire; e pronto mi è l’intendere perché i Romani, tali ordini legislativi avendo a vile, apertamente sberteggino.

Per quello che riguarda la sociale gerarchia, gl’Italiani ne son per avventura troppo teneri. Basta per una mezz’ora andare a zonzo per le vie di Roma, perchè l’uom persuadasi che un principe romano, per quantunque ligio del blasone, non potrebb’essere circondato da maggior rispetto; tanto può nei cittadini l’abitudine! Se meco vi piacesse risalire alla sorgente di alcune famiglie venute in grande stato, scommetto un dente che dareste di piglio a’ randelli o ai ciottoli delle