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distretta di pane o di camicie, la natura non può esserne appuntata, e manco la provvidenza che li ha serviti di coppa e coltello.

Incredibile abbondanza di materie prime forniscono alle industrie i tre regni: canape ai fonaiuoli, ai filatori, ai tessitori; vino ai distillatori; Olive ai fabbricanti olii e saponi; lana pei pannainoli e tappetai; cuoio e pelli pei conciatori, calzolai e guantai, e seta a isonne per le industrie di lusso. Scarse per avventura le miniere di ferro; ma a quattro passi ve ne approvigionate all’isola d’Elba, che è di qualità eccellente. Le miniere di rame e di piombo, che gli antichi coltivavano a grande utilità non sono forse esauste. Sette ad otto centinaia di migliaia ettare di foreste e selve forniscono abbondevole combustibile: e le navi che solcano l’oceano non hanno a trasportar per lo mare nespole mature, ma lignite da Newcastle. Zolfo tirasi dalle viscere del suolo vulcanico di parecchie provincie, e l’allume della Tolfa è il più prezioso del mondo. Civitavecchia ne porge il quarzo di che trarremo kaolino per i prodotti manifatturati di porcellana. Le cave ne provvedono materiali di costruzione, non escluso marmo e pozzolana, che è cemento romano quasi bello e fatto.

Il catasto del 1847 ragguagliava a meglio di ottocensessanta milioni le proprietà rurali sottomesse al Papa; e nel conto mancava Benevento, che non è lieve giunta. Arroge, che messere do ministro del commercio e