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Ma riedo alle mie pecorelle, che riconoscono mandriano il Papa.

Il reame dei cherici si distende in una superficie di quattro milioni cenventinovemila quattrocensessantasei ettare, secondo la statistica pubblicata per monsignor Milesi, oggidì cardinale. In cifre rotonde possiam dire che i capi della Chiesa amministrano temporariamente quattro milioni di ettare o, che torna ad un medesimo, quarantamila chilometri quadrati.

Nessuna regione di Europa può contenderle il primato della ricchezza, nè può stimarsi più atta all’agricoltura, alle industrie ed ai commerci.

Corsa, or dicevamo, dagli Appennini che la partono in due metà quasi pari, il dominio dei Papi si accliva dolcemente di quindi all’Adriatico, di quinci al Mediterraneo; ed in essi mari ha porti eccellenti, Ancona a mattino, Civitavecchia a sera. Se Panurgo avesse posseduto coteste città, avrebbe creato una flotta: i Fenici ed i Cartaginesi non ne avevano di vantaggio.

Famoso fiume noto col nome di Tebro o Tevere ne bagna il piovente occidentale quasi in tutta la sua distesa. E ai bei tempi romani ed etruschi era grande arteria dell’interno commercio: gli storici latini il videro veleggiato fino a Perugia; ed oggidi a malapena si lascia risalire fino a Roma: ma se lo si inalveasse a modo, e gli si risparmiasse l’ufficio di cloaca di tutte immondezze e brut-