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Ma non parliamo nè di 9 nè di 18 lire.I tre milioni e poco più di sudditi romani hanno a sobbarcarsi ad un bilancio di 70 milioni: costi mi cadde l’ago! E come è ripartito cotesto bilancio? Iddio vel dica.

I piccoli proprietarii, la classe più utile, più laboriosa, più rilevante della nazione conculcate le leggi della logica, della giustizia e della umanità, ne risente il peso più grave.

Nè parlo io qui d’altra imposta che quella pagata allo Stato direttamente, ed ammessa nel bilancio. Bisogna inoltre aggiungere i carichi provinciali e municipali che, sotto foggia di centesimi addizionali, raddoppiano le contribuzioni dirette. La provincia di Bologna versa ogni anno 2,022,505 lire di contribuzione fondiaria, e 2,384,322 lire di centesimi addizionali. Questa somma di 4,406,827 lire, divisa fra 370,107 persone, dà per contribuzione diretta lire 11, 90 per individuo. Ma essa non gravita sulla popolazione; si sopra 23,022 proprietarii!

E neppure egualmente pesa sui proprietarii della città e quelli della campagna. Uno stabile in città stimato 100 lire ne paga 2,68 per imposta e sovr’imposta, nella provincia di Bologna: uno rurale, dello stesso valore, paga lire 6,32 per centinaio gravitano sul capitale, non mica sul reddito!

Nelle città i balzelli più gravi non cadono già sui palagi, ma bene sulle modeste case della classe mediana. Senz’uscir di Bologna, ecco il palagio di un ricco si-