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coltivare 100 rubbia di terreno. Non mette, a cento tanti, fittarli ad un fittaiuolo che pagherà da 40 a 46 lire per rubbio? Avete costi, da un lato 5,350 lire di perdita netta, dall’altro 4,000 a 4,600 lire di rendita netta!»

Coteste ragioni poggiate su calcoli, d’un prelato assai destro1 provano un bel nulla, appunto perché hanno l’apparenza di provar troppo. Se la cultura del fromento fosse cosi svantaggiosa, in qual modo spiegherebbesi la caparbietà dei fittaiuoli? O crederem noi ch’eglino incaponiscano a coltivare i terreni pel solo piacere di giuntarvi ranno e sapone? Verissimo, che la coltura d’un rubbio tocca gli 80 scudi: ma falso di pianta, che le terre non diano che sette sementi. Ne rendono tredici, per detto de’fittaiuoli che non han vezzo d’esagerare i loro vantaggi. Tredici rubbia di grano valgono 13 volte 10 scudi, ossia 130 scudi. Sottraetene 80, ne rimangono 50. Moltiplicata per 100, avrete, 5,000 scudi o 26,750 lire che sono reddito netto di cento rubbia coltivate a fromento. La stessa estensione lasciata ad uso di pascolo darebbe da 4,000 a 4,600 lire di reddito netto.

Considerate inoltre che non è l’entrata netta, si la grezza che forma la ricchezza d’un paese. La cultura di 100 rubbia, prima di porre in tasca al fittaiuolo 5,000 scudi, ne ha messo in circolazione 8,000. Ottomila scudi o 42,800 lire sono andate divise nelle vuole scarselle di forse 1,000 0 1,500 poveri diavoli, ad un bel bisogno: il pascolo

  1. Monsignor Nicolai