Pagina:Il Governo Pontificio o la Quistione Romana Di Edmond About.djvu/209

198

ano e vigoroso il mio bestiame, siccome è n generale nel nostro paese; ma, perdio, l’intemperie delle stagioni come non gli nuocerà? Cento vacche in stalla fornirebbero nel verno latte in tal copia, quanto cinquecento esposte al sereno, e, per arrota, non costerebbero la metà per essere nutricate. Per dar mangiare alle nostre mandrie, ciascun giorno rechiam loro mezza catasta di fieno che spandesi sul suolo. Le bestie ne sciupano a iosa, e se piove, è tutto guasto. Ponete in conto diminuzion del latte, spese di trasporti, materia perduta e cento cose, e toccherete con mani, quanto sia piacevole avere a fare con gente che vive di giorno in giorno, ed in qual triste condizion versi un fittaiuolo di manimorte!

«Vi ha un miglioramento che volevo introdurre a mie spese, ma vi si oppose il convento. Dimandavo facoltà di allacciare un rivo d’acqua, scavar dei canali ed annaffiare i prati per migliorare è raddoppiare i foraggi. Che cosa mi risposero i frati? Ve la dò a indovinar fra mille. Han detto che la fertilità cagionata dall’irrigazione sarebbe una specie di violenza usata alla natura, е che in lasso di tempo, più o men lungo, il terreno ne avrebbe potuto soffrire. Che rispondere? I frati altra cosa non sanno che difendere i loro redditi, migliorarli non curano. Non fo rimbrotto ad essi nè di ignoranza, nè di malvolere; duolmi solo che sieno in loro mani si bei terreni. L’industria del pascolo, nelle condizioni su che siam for-