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rotabili per comunicare fra loro. Che direbbesi del governo francese, se non potessimo andare da Versailles à Saint-Germain senza transitar Parigi? Eppure ciò vedesi da più e più secoli intorno alla capitale del Papa. Volete esempio più rilevante? La seconda città dello Stato, Bologna, è in frequenti e sollecite relazioni con tutto l’universo, eccetto con Roma. Sette corrieri per settimana partono per l’estero, cinque per Roma; o le lettere di Parigi vi giungono qualche ora prima di quelle di Roma; quelle di Vienna un giorno e mezzo in vantaggio. Lo Stato del Papa non è certo assai grande; eppur sembrami troppo, allorchè veggo triplicate le distanze per noncuranza del governo, e insufficienza de’ lavori pubblici. Parlerem noi delle Strade Ferrate? Ve n’ha 20 chilometri aperti alla circolazione, sur una linea di 619 chilometri. Fra poco, forse mercè l’ingegno de’ nostri ingegneri, e l’attività di un grande finanziere di Parigi1, le vaporiere potranno correre un magnifico deserto fra Roma e Civitavecchia. Ma le province adriatiche, che sono meglio popolate, più operose e più rilevanti di tutto lo Stato, non udiranno il fischio delle macchine, prima di 15 anni. La nazione domanda le Strade Ferrate a qualsivoglia prezzo; i proprietarii laici, in luogo di elevare a prezzi fantastici il valore de’loro terreni, vanno volontari incontro all’espropriazione; i soli conventi fanno le asserragliate, come se il diavolo domandasse di an-

  1. Signor Mirės