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perché loro vi costerà meno d’ogni altra cosa e vi ci adatterete meglio. Ora che ho ottenuti i milioni che bisognavanmi per avvinghiare i vostri soldati al governo pontificio, datemi il mezzo di nobilitarli ai proprii occhi e a quelli del popolo. Onorateli, affinchè si trasformino in gente d’onore. Provate loro, coi riguardi che userete, che non sono punto valletti o servi, e che non denno averne gli spiriti. Accordate ad essi un posto nello Stato; versate sul loro uniforme quel prestigio, che è privilegio esclusivo della sottana.
— Or, che mi chiedete voi?
— Il solo necessario. Pensate, che cotesto esercito, costituito per operare nell’interno dello Stato, vi servirà manco con la forza delle armi, che coll’autorità morale di sua presenza. Ma quale avrà agli occhi del popolo autorità, se il Governo fa vista di noncuranza?
— Supponiamo che danaio ed onori accordi il Governo; l’esercito sarebbe sempre sotto l’accusa del presidente di Brosses: «Che cosa sono guerrieri che in vita loro non hanno mai guerreggiato?»
— Ben dite. La stima pel soldato rampolla dal riflettere ai perigli che corse e può correre. E noi ammiriamo in lui il sacrifizio di un uomo presto a versare il sangue al cenno de’ suoi capi. Se i fanciulli del nostro paese salutano con rispetto il vessillo, è perchè pensano ai valorosi che caddero per difenderlo.
— Sarà dunque mestieri che spingiamo alla guerra i soldati, prima di farli servire alla polizia nella pace?