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che se Europa lasciassela a qualtro occhi col Papa, ella gli reciderebbe d’un colpo netto la testa. I moderati parlan chiaro; i mazziniani la impongono alta: ei saria mestieri che Europa in un medesimo fosse stolta per non comprendere quelli, sorda per non intender questi.
Che segue da ciò? Che gli Stati pei quali pace, ordin pubblico, civiltà non sono vani nomi, priegano il Papa di por mano a cessare gli abusi. «Pietà prendavi, vannogli dicendo, se non dei soggetti a voi, almeno dei vicini che paventano le fiamme dell’incendio che divampa in casa vostra.»
Ed ogni volta che tale preghiera si rinnovella, il Papa chiama il secretario di Stato, che è un cardinale che domina il Padre-santo nelle terrestri bisogne, a quel modo che questi i cento trentanove milioni di ortodossi nelle spirituali, ed apertogli il cuore, chiede che cosa abbia a fare, sgomento ch’egli è.
Il secretario di Stato, ministro di tutti i ministeri papali, senza por tempo in mezzo, cosi risponde al vegliardo sovrano: «Innanzi tutto, non vi ha abusi; e quando ve ne avesse, dovremmo ben bene guardarci dal toccarli. Riformare alcuna cosa, gli è calare agli accordi tanto quanto co’malconienti; la qual cosa addimostra altrui paura, e confessare che si ha paura, egli è come a dire addoppiar la potenza dell’inimico, dischiudere i cancelli alla rivoluzione, e porsi fra le gambe la via per a Gaeta, ove si alloggia anzi male