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sdegnano comandar nell’esercito e i campagnuoli servire; che parecchie madri vedrebbero i loro figliuoli al remo, anzichè al reggimento. So che i nostri soldati, raccozzati la più parte dalla feccia del popolo, sono scemi di fiducia pe’ camerati, di rispetto per gli ufficiali, di venerazione per le bandiere. Cercar in essi ossequio al paese, fedeltà al sovrano e le belle virtù guerriere che fanno dell’uomo un eroe, gli è come a cavar sangue dalle rape. Le leggi del dovere e dell’onore, per la maggior parte, sono lettera morta. Gli stessi gendarmi non procedono troppo rispettosi verso i proprietarii del paese; e i nemici dell’ordine fanno loro calcoli sull’esercito, quanto e meglio che noi. A che, dunque, avere 14 o 15,000 uomini in tutto punto, e versar 10 milioni ogni anno, se dopo si grandi sforzi abbiam mestieri della protezione degli stranieri, come per lo innanzi?

— Monsignore, voi mi riuscite un pessimista, e giudicate un fantino le cose sul fare di Geremia. Il Papa ha parecchi buoni militari nelle armi speciali e nelle truppe di linea; fra la bordaglia son pure non pochi valenti soldati, e gli ufficiali francesi, che sono giudici da ciò, attestano l’intelligenza e buon volere dei vostri. Io, per me, son sorpreso del progresso fatto dalla truppa pontificia nelle deplorabili condizioni in cui versava. Possiamo favellarne alla libera, avvegnachè il capo dello Stato tenti riorganarla da cima al fondo. Vi maravigliate che i figli di famiglie onorevoli non accorrano alla