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ben fanno. Senza porre in forse l’esistenza dell’altro mondo, eglino governano loro soggetti come se nulla cosa fosse di là del sepolcro. Si studiano di procacciar loro ogni benessere che puossi gustare quaggiù, e sudano per render l’uomo men rimoto da perfezione, vivendo nel materiale inviluppo corporeo. Noi li considereremmo sguaiati, a dir poco, se volessero assegnarci la parte di Giobbe sul letame mostrandoci a dito le beatitudini eterne.
Ma ricordivi che Imperatori e Re sono sovrani laici, ammogliati, padri di famiglia, interessati all’educazione dei fanciulli ed all’avvenire delle nazioni. Un buon Papa, al contrario, non ha altro interesse che guadagnare il cielo e rimorchiarvi 130 milioni d’uomini. I suoi sudditi pertanto gettan via ranno e sapone domandandogli con tanta perseveranza i temporali vantaggi, che i nostri Principi offronci spontaneamente. Bene è vero che le scuole popolari sono come le mosche bianche; che lo Stato né pensa a moltiplicarle, nè a sovvenirle; che tutto è sulle spalle delle comuni, e che spesso il ministro stenua cotesto capo del bilancio municipale, per intascarsi ogni più. Vero é pure che insegnamento secondario non esiste che di nome fuori de’ seminarii, e che un padrefamiglia, se vuole che i figli apparino quattro acche di là del catechismo, ha a spedirli in Piemonte: ma, bisogna dire in lode del Papa, che numerosi, ben dotati, bene arredati, e provvisti di quanto occorre a formare preti me-