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malattie irreligiose in che religione vedea il dito di Dio; non permette al peccatore di fare quaggiù suo purgatorio; e giungerà a trasformare la terra in luogo di delizie cosi, che un bel mattino gli uomini saranno disgustati del cielo. La Chiesa, che ha intendimento di menarci a cotesta beatitudine eterna, solo scopo del viver nostro, deve, a fil di logica, divorziarci dalla scienza. Potrebbe, al più, permetterne il connubio a qualche uom fidato, affinchè i nemici della fede trovino a cui parlare.
Gli è per cotesto, che assumo impegno di mostrarvi in Roma una dozzina d’illustri sapienti, e centomila ignoranti che non sanno nè A nè B. Chiesa e Stato ne fanno lor prò.
I veri pastori dei popoli, coloro che pascono le pecore per venderne lana e pelli, non vogliono che troppe cose si sappiano. Dacchè l’uomo legge spedito, egli è tentato per ciò solo di metter becco in molle. Potrà la dogana preservarlo dalle cattive letture; ma ei si volgerà a studiare ed esaminare le leggi del regno; vorrà vedere se buone sieno o grame; se cospirino concordi, o pugnino in contraddizioni, se sieno osservate o violate. Dacchè saprà contare, senza uopo delle dita, siate sicuri che vorrà verificare le addizioni del bilancio: e se, per colmo, sa scrivere, ogni scaccolo di carta gli porrà un pizzicor politico in cuore, ed avrà bisogno di scrivere nome e cognome sopra polizzini, e votar pro o contro alcuno. E che