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di Dio, sia la più illiterata per: volontà de’ preti. Ondechè la paragonano a nobil cavallo, puro sangue, ridotto a girare in una cavallerizza, o bendati gli occhi, a macinare il grano.
Ma chi parla cosi riguarda un lato solo della questione. Ei non dice quanto la diffusione della pubblica ignoranza sia conforme ai principii della cheresia, e favorevole alla conservazione dello Stato.
E per fermo, non la scienza, si la fede o la credulità è fondamento delle religioni. Tutti i popoli han distinto col nome di atto di fede il chiudere che fa un uomo degli occhi, per veder meglio. E andando con la fede, o, che è lo stesso, ad occhi chiusi, si giunge alle porte del Paradiso, il cui censo, se fosse modo di farlo quaggiù, ne darebbe più inalfabeti che dotti. Un fantolino che sa a mente il catechismo è meglio gradito agli occhi di Dio, che le cinque classi dell’Istituto; nè la Chiesa sarà indecisa fra un astronomo ed un cappuccino. La scienza è piena di pericoli; che non solo ella enfia il cuore dell’uomo, ma sovente per ragionamento distrugge le fiabe che parevano solidamente fondate. Chi saprebbe dirmi quante anime abbia nabissato allo inferno la sola scoperta dell’arte tipografica?
Applicata alle industrie di questo basso mondo, la scienza adopera ricchezza, lusso, piacere, sanità e mille altri flagelli che ne dilungano da salvezza. Essa guarisce fino le