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tura. Nessuno ebreo è ivi proprietario, nè può divenire, ed ho finalmente a questi dati riconosciuto che Pio IX non avevali ancora in concetto di uomini. Se fra loro alcuno coltiva l’altrui terreno gli è per istraforo, e sotto un falso nome: quasichè il sudore d’un ebreo disonorasse la terra. I lavori di fabbrica sono, come già tempo, vietati: potrebbero nuocere all’industria nazionale, non appartenendo alla nazione. In fine, li ho io stesso veduti sulla soglia delle loro bottegucce, e vi accerto che non hanno punto l’aria di un popolo emancipato. Il marchio della reprobazione pontificale non è cancellato dalla loro fronte. Che se, come pretende la storia, fossero da dodici anni affrancati, alcun poco manifesterebbesi nei loro volti.
Bene credo che Pio IX, ai primordii del suo regno, fosse animato da spiriti generosi; ma siamo in paese, ove il bene costa enormi sforzi, intantochè il male si manda giù come bisciole. Simile al carro che, a trarre su per erta salita, si lascia muovere appena da quattro buoi; é che, senz’aiuto, sdrucciola indietro da sè.
Se vi contassi tutto ciò che il signor di Rothschild ha fatto pe’ suoi correligionari di Roma, ne sareste maravigliato. Non solo soccorrerli del suo; ma non un negozio conclude col Papa che non vi aggiunga uno o due articoli secreti in loro prò. Ma il carro sdrucciola sempre indietro!
L’occupazione francese tornerebbe non