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ammenda. La legge li considerava come passeggieri in locanda, ed il permesso di soggiornare era provvisorio e, da più secoli, dovevano ogni anno rinnovare. Niun diritto politico, niuno dei più elementari diritti civili consentito ad essi. Possedere, fabbricare, coltivar non potevano: vivevano rappezzando e barattando. E solo maravigliomi che non siensi spenti fino all’ultimo. La miseria, il lezzo, il putidore delle loro tane ne avevano impoverito il sangue, smunto il viso, degradata la fisonomia. Fra di loro, taluno aveva perduto la figura umana; e si sarian presi per animali, se non fosse stato noto esser essi intelligenti, atti agli affari, rassegnati, buoni massai, amanti della famiglia, ammisurati e di buon cuore.

Nè debbo aggiungere che la canaglia romana, addottrinata da frati, sbeffeggiavali e spogliavali. La legge vietava ai cristiani di entrare in discorso con essi; ma era pane benedetto involare a que’tapini alcun che.

Non era permesso scannarli; ma i tribunali facevano differenza fra l’omicida di un uomo e l’omicida di un ebreo. Leggete piuttosto il seguente brano: «Signori, d’onde è che la legge punisce severamente gli omicidi, fino al percuoterli di morte? Gli è che, uccidendo un cristiano, si uccide insieme corpo ed anima. Inviasi innanzi al giudice supremo un essere mal preparato, che non si è punto accusato de’ falli suoi, che non ha ricevuta assoluzione,