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Ma chi può penetrare nell’intimo pensiero del sommo Pontefice? Per qual via c’inoltreremo nel suo cuore per sorprendervi l’idea-madre della tolleranza sua? Dolcezza-interessata e dolcezza-naturale assomigliansi negli effetti, dispaionsi nelle cagioni. Quando Papa e Cardinali vezzeggiano il signor di Rothschild, dobbiamo inferire che agli occhi loro, siccome agli occhi nostri, un ebreo vale un cattolico o che eglino immascherano i loro sentimenti, avvegnadiochè il signor di Rothschild abbia di buoni milioni?

Cotesto problema delicato non è poi si astruso a solvere. Cerchiamo in Roma un ebreo senza milioni, e dimandiamgli in qual conto sia tenuto dai Papi? E se il governo non ponga fra lui ed un cattolico differenza, dirò che i Papi sono divenuti tolleranti. Ma se l’ebreo povero è avuto dal governo siccome l’anello fra l’uomo ed il cane, le cortesie fatte al signor di Rothschild sono effetto della regola del tre.

Eppure, ascoltate. Prima furono ebrei in Italia che cristiani al mondo. Il romano politeismo che tutto tollerava, meno i calci di Polieutto nel simulacro di Giove, fe’ luogo al Dio d’Israele. Vennero dipoi i cristiani, e furono tollerati fino al giorno in che cospirarono contro le leggi, e spesso commisti agli ebrei, avvengache venissero dallo stesso angolo d’Oriente. Il cristianesimo giganteggiò mercè le sante cospirazioni, arrolò schiavi, affrontò i dominatori e divenne a sua volta