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obbedienza, avvegnadiochè l’uom non viva quaggiù per aver libito rotto ad ogni appetito, e vorrebbono ubbidire a leggi, ove leggi fossero; che la buona voglia altrui, per buona che sia, val manco che il Codice Napoleone, che il Papa regnante non è uom tristo; ma che reggimento arbitrario di prete, fosse ei anche infallibile, sarà sempre reggimento fra i mediocri cattivo.

«Che seguendo la vecchia costumanza (barbacane dell’edifizio papale), il Papa associa al governo temporale degli Stati suoi capi, sotto-capi, ed impiegati spirituali di sua Chiesa; che cardinali, vescovi, canonici e preti scorrazzano commisti lo Stato; che una sola e medesima casta ha diritto di ministrare sacramenti e provincie, confermare garzoncelli col crisma, e giudicii in prima istanza nei tribunali, ordinare suddiaconi ed arresti, spacciare agonizzanti e patenti di capitani. Che in cotesto amalgama di spirituale e di terrestre cercansi uomini per ogni maniera di rilevanti magistrature, i quali bene visi all’occhio di Dio onniveggente, riescon paurosi, come la peste, alla debil veduta del popolo; estranii sovente al paese, talvolta agli affari, mai sempre alla vita della famiglia, che è perno d’ogni socievolezza; senz’altre conoscenze che le sopraterrestri; senza figliuolanza, di che la loro incuria per lo avvenire della Nazione; senza mogli, onde è lubrico lo sdrucciolare di presente; ultimamente senz’attitudine al discorso, chè, con cervelli scemi