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dire al Papa: «Nominate agli impieghi rilevanti i laici.» Sarebbe come dire all’Imperatore d’Austria: «Date in custodia le vostre fortezze ai Piemontesi.» La romana amministrazione è ciò, che debb’essere; e rimarrà cosi, finchè vi sarà Papa in trono.
Da altro canto, sebbene la popolazione laica querelisi d’essere per sistema esclusa dal potere, pure le cose sono giunte a tale che un uomo onorato della classe media riputerebbe disonorarsi accettando un alto impiego: direbbesi ch’ei tradisce la nazione per servirne il nemico.
CAPITOLO XIII
Rigori politici.
È ormai posto in sodo che i Papi sono mai sempre stati di una clemenza e bontà senili. Io non nego le testimonianze dei signori di Brosses e di Tournon, i quali sostengono che questo governo sia il più dolce di Europa, nel tempo stesso che il peggiore ed il più assoluto.
Intanto Sisto V, che fu gran Papa, fu pure grande carnefice. Cotest’uom di Dio fe’impiccare un Pepoli di Bologna in memoria di averne ricevuto, essendo frate mendicante, un calcio in vece di un frusto di pane.
Intanto Gregorio XVI, nostro contemporaneo, accordò dispensa di età ad un minorenne, affinchè potesse legalmente donar la sua testa al boja.