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nė virtù di sacerdote: ma posseggono idee, interessi e passioni della casta pretesca. Eglino hanno gli occhi rivolti al cappello rosso, se pure la sfrenata ambizione non si elevi fino alla tiara: nuova razza di laici, in fè di Dio, e nati fatti per ispirar fiducia in popolo laico! Meglio cento volte fossero cardinali; non avrebbero ad assicurare la loro fortuna, e quindi lo zelo contro la nazione andrebbe più rimesso.

Poiché, non serve a dire, qui giace Nocco! La casta ecclesiastica, cosi maravigliosamente organata nei legami di una sapiente gerarchia, regna in paese di conquista. E conseguentemente tiene la classe mediana, ossia la parte intelligente e laboriosa della nazione, in concetto di irreconciliabilmente nemica. I delegati pertanto non han mandato di amministrare, si di raffrenar le provincie. La polizia non protegge, ma sorveglia il cittadino: i tribunali hanno bene altri interessi a difendere che quelli del giusto: il corpo diplomatico non rappresenta una nazione, sibbene un partito: il corpo insegnante ha compito non d’istruire, ma d’impedire l’istruzione: le imposizioni non sono un riparto razionale, ma un ladroneccio ufficiale a profitto dei preti. Ponete a rassegna tutte le parti della pubblica amministrazione: incontrerete ogni sempre, ogni dove l’elemento clericale alle prese con la nazione, e trionfante dalla A alla ZETA.

In simile stato di cose, e al tutto inutile