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peva di non ottenere. Ora sborsa alla vedova una pensione: ammirate talento di volpe!
Intanto, dacché ha veduto balenar su gli occhi un’arma, ei non esce senza molte precauzioni. I suoi cavalli sono addestrati a galoppare furiosamente per le vie; pensi il popolo a guardarsi.
La paura della morte, la passione dell’oro, il sentimento di famiglia, lo spregio per gli uomini, l’indifferenza pel bene dei popoli e varii tratti di accidental simiglianza han fatto paragonare Antonelli a Mazarino. Son dessi nati nelle stesse montagne, o presso a poco. Questi penetrò furtivamente nel cuor d’una donna; quegli s’impossessò delle facoltà di un vegliardo. Ambidue governarono scemi di scrupoli, e meritarono l’odio de contemporanei: ambidue parlarono francese assai comicamente, ma senza ignorare alcuna delle finezze del linguaggio.
Eppure sarebbe ingiusto collocarli nella medesima riga. L’egoista Mazarino detto all’Europa i trattati di Vesfalia e la pace de’ Pirenei; fondò, mercè la diplomazia, la grandezza di Luigi XIV: ed amministrò le bisogne della francese monarchia, senza punto negligere le sue. Antonelli è cresciuto in fortuna a danno della nazione, del Papa e della Chiesa. Potriasi paragonare Mazarino ad un abile sarto, ma briccone, il quale veste con aggiustatezza gli avventori suoi, dopo avere però destramente furacchiato, a suo pro, qualche braccio di drappo: Antonelli a quel