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Un secondo è conservatore di Roma, sotto un Senatore scelto a bella posta a cagion di sua nullità; ciò val dire, aggiunto d’un Comune in cui il sindaco non conta un frullo. Un terzo fa mestiere alla scoperta di endicajuolo, ed ha grande autorità per impedire o permettere l’esportazione, secondo che i suoi magazzini sono pieni o vuoti. Il più giovane e commesso-viaggiatore, diplomatico, messaggiero della famiglia, vero Angelus Domini. Il conte Dandini, solamente cugino, regna ne’ dominii della polizia. E questa brigatella maneggia, mula, aumenta ricchezze invisibili, che non possono essere nè staggite, nè calcolate. E bazza a cui tocca.
Quanto al secretario di Stato, uomini e donne che conosconlo intimamente fan fede che dolce è sua vita. Se non fosse la noia di armeggiare co’ diplomatici, e dare udienza tutte le mattine, ei sarebbe il felicissimo dei montagnuoli. Semplici i suoi appetiti; un abito di seta scarlatta, un potere sconfinato, una ricchezza favolosa, una riputazione europea e tutte le voluttà in uso appo gli uomini che di libito fan licito; questo pochetto gli basta ed avanza. E per arrota, una maravigliosa collezione di minerali ordinata a puntino, che serba, e tutti i giorni accresce, con foja di dilettante e tenerezza di padre.
Vi ho detto che aveva sempre schivato il Sacramento dell’Ordine, essendo solo cardinal-diacono. Le anime buone, che vogliono ad ogni costo, che tutto in Roma sia oro