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iv

italiani, i cui nomi bene ingemmerebbono queste pagine, se temenza di recar loro nocumento non me ne sconsigliasse.

L’aspettazion grande della vertenza italiana è stata causa, perchè io scrivessi più avacciatamente di quanto avrei voluto. La pressa che mi caccia ha dato alle mie idee meglio appurate non so che di vivace e d’irruente. Divisavo pubblicare una memoria; ma temo mi appuntino di aver pubblicato un libello. Mandimisi buono alcun guizzo di stile, chè all’emendare mi fallì tempo: e leggete, che Dio v’aiti, fino alla pagina estrema: qui giace Nocco.

È opera di giusta guerra, ma leale: nė pretendo aver giudicato i nemici d’Italia senza passione; ma sì di non averne calunniato veruno.

Sono ito a cercarmi un editore a Brusselle, anzichè a Parigi, non perchè il regime della stampa o rigor dei tribunali francesi mi facesse sgomento; si perchè il Papa, che ha lunghe braccia, avria potuto agguanțarmi in Francia; ed io ho indietreggiato alcuni chilometri, per dirgli a fidanza alquante verità.