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in tre modi differenti: o consegnavano tutto ciò che percepivano, ricevendo in compenso una fissata rimunerazione: o trattenendo per sè una quota, il resto pagavano: o al loro ufficio era unito il feudo di alcuni beni, ed il tutto amministravano per conto del principe. Presso le Gastaldie trovavasi una Canipa, seu Gaforum (granajo), od una Scaria, in cui erano deposti i prodotti; i quali nomi di sovente furono scambiati per gli stessi tributi.

La condizione del Trentino era in quell’epoca peggiore o migliore della comune in Europa?

Spiacenti il non avere fatto studi sull'agricoltura, sul commercio, sulla industria e sulla istruzione nostra d’allora; per cui difficile riesce la soluzione del proposto problema senza conoscere appieno lo stato di civiltà del paese; tuttavia dal complesso dello esposte riflessioni dobbiamo ritenere che, se non era migliore, non era al certo nemmeno peggiore. L’autorità del governo non era assoluta, ma controllata, quanto i tempi il comportavano; le guerre intestine rare e di lieve importanza, i commerci favoriti dalla posizione ai confini di Germania e dalla prossimità a Venezia; l’aristocrazia non dispotica, e brutale per eccezione; generali le leggi romane, le migliori di quei tempi, e le longobarde le più giuste dopo di esse; la proprietà suddivisa, i comuni autonomi nella interna amministrazione, e loro proprietà monti e selve. Il guajo maggiore apportarono le frequenti calate degli imperatori tedeschi e le prepotenze usate dalle loro comitive. Mali più grandi soffrì il Trentino nei secoli posteriori, dopo l’imprudente infeudazione della Avvocazia fatta ai Conti di Tiralli, alla metà del secolo decimoterzo, epoca cui è mestieri dedicare altri studii ed altre riflessioni.