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Norithal; indi quella di Vipthal, che apparteneva ai signori di Maraith, ed oltre il Brennero susseguiva quella di Andeck.

Se poi da Bressanone si rimontava la Rienza, trovavasi la contea di Pustrissa, e più oltre quella di LureinFonte/commento: Pagina:Il Ducato di Trento nei secoli XI e XII.djvu/10, ancheFonte/commento: Pagina:Il Ducato di Trento nei secoli XI e XII.djvu/10 confinanti a mezzogiorno con quella di Cadubria (Cadore) donata in quel tempo ai vescovi di Frisinga.

Continuando poi a ritroso la corrente dell’Adige, dopo la contea di Bolgiano, si toccava a quella di Tiralli e della Venosta, e finalmente, alle scaturigini verso i Grigioni, a quella di Matsch.

Nel secolo scorso era invalso l’uso di distinguere le valli delle Giudicarie col predicato di marchesato, e qualche indagatore di patrie memorie mosse il dubbio che già anteriormente, e sotto i Carlovingi, ottenessero i vescovi di Trento l’investitura di quel paese, e che quindi non si avessero a comprendere nella contea di Trento.

L’osservazione però che in nessuna investitura delle regalie si fa menzione di tale anteriore possesso, che da nessun atto pubblico o privato dell’undecimo, dodicesimo o decimoterzo secolo si deduce alcunchè da corroborare tale supposizione; e per ultimo il fatto che le Giudicarie avevano la stessa politica organizzazione delle altre parti del Trentino e che sempre rispettarono ed amarono Trento, quale loro capitale, conferma la credenza che fossero una parte integrante della contea trentina e che con essa passassero sotto il governo dei vescovi.

Con precisione non è possibile il determinare quanto si estendesse l’esercizio della sovranità vescovile nelle contee di Bolzano o della Venosta. Sembra che i diritti sopra quest’ultima fossero meramente nominali, avendola in realtà già da tempi anteriori goduta i conti di Tiralli, i quali anche nella contea di Bolzano dividevano col vescovo le prerogative di conte.

Finalmente i vescovi di Trento ebbero in dono nel 1082 la Corte di Castellaro nel Mantovano, e nel 1167 la contea di Garda.

Alla fine del dodicesimo secolo il Ducato di Trento (che con tale nome chiameremo questo principato, appoggiati a diploma imperiale dell’anno 1189) confinava col Bresciano mediante la giogaja del Tonale e delle Alpi che separano le valli del Nauno (Noce) e del Sarca, e del Clisio da quelle dell’Oglio e del Mela. Al lago d'Idro apparteneva a Trento la pieve di Bagolino colle sponde settentrionali del lago, e, sorpassato il monte Vesta, che separa le acque del Clisio da quelle del