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vibrò qualche cosa d’ironico: pareva che egli sapesse già che anche il padre sarebbe venuto quel giorno stesso a vedere la proprietà: il tempo fa presto ad asciugare le lagrime degli eredi.

E Zebedeo fu per rispondere: ci sei venuto tu prima di me, perchè infine i beni di tuo zio sono più tuoi che miei.

Ma non lo fece; non aprì bocca finchè non fu ben vicino al giovine in modo da poter parlare sottovoce.

— Tu hai fatto male a venire così presto, — disse con rimprovero, — ed io ti sono venuto incontro per dirtelo. Che avranno pensato i servi del tuo povero zio?

— Ma se sono rimasti tutti contenti, nel vedermi! Se mi aspettavano! Paulu il pecoraio mi ha detto che ha fatto un brutto sogno: che zio Basilio aveva lasciato la sua roba all’amica; e questa era venuta a prendere possesso, nera e insolente come la moglie del diavolo. — Volevo accopparla, così Sant’Antonio mi salvi, — disse Paulu, — e volevo sotterrarla fra le pietre. E così sarebbe accaduto se fosse stato vero. —