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Il giovane era anche lui a cavallo; montava anzi un puledro già appartenente allo zio. Questo bel puledro nero, fresco e lucido come verniciato, con un ciuffo da discolo sugli occhi tristi e torvi che meditavano una cattiva azione, nel vedere il vecchio cavallo castaneo di Zebedeo s’animò tutto, scuotendo le orecchie, la coda e la criniera; ma era un’accoglienza ostile, poichè gli dava noia il pensiero di rifare il viaggio in compagnia, mentre aveva bisogno della sua piena libertà per i suoi scatti e i suoi capricci di bestia giovane ancora non persuasa di essere domata.
Il vecchio cavallo castaneo parve invece non accorgersi di nulla: procedeva filosoficamente un po’ stanco ma rassegnato al suo destino, profittando solo delle distrazioni del padrone per allungare il muso e strappare qualche fronda e qualche ciuffo d’erba.
— Come mai da queste parti? — domandò Bellia. E nel suo accento allegro