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al pascolo e il bianco delle pecore e il glauco dei salici piangenti che abbandonavano le trepide chiome al vento lungo il fiume.

Una casetta bassa tutta di pietra col tetto di tegole rosse dominava la proprietà; fin laggiù dove stava Zebedeo si sentiva l’abbaiare dei cani e le voci degli uomini che lavoravano nella vigna.

Ma non era tutto questo che ridonava la vita e il senso della gioia al cuore dell’uomo: più che le quercie del pascolo e la casa sopra il podere egli vedeva una figura dominare su tutte le cose, sebbene fosse giù ai piedi della proprietà anzi già fuori di essa, davanti al cancello chiuso: il figlio Bellia, che dopo aver visitato le terre del morto se ne tornava a casa.

Il padre gli andò incontro come avesse avuto paura di non rivederlo più.