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loro fiorire; e veniva di lassù il fresco soffio profumato che faceva sorridere e mormorare le foglie.

L’uomo a cavallo portava la sua nota di lutto attraverso la gioia innocente delle cose, ma si lasciava anche lui di tanto in tanto scuotere e penetrare da quell’alito puro dei monti che gli ricordava qualche cosa d’indefinibile, un luogo lontano dove era vissuto nella sua prima infanzia e anche prima durante una vita anteriore.

Pensava sempre all’eredità: e il problema lo preoccupava tanto da fargli dimenticare il dolore per la morte del fratello. Gli sembrava di sentire ancora dentro di sè la voce delle sue donne, quella grave e austera della vecchia e quella placida e ingenua della moglie. E la moglie accomodava tutto con la sua semplicità; se si lasciava fare a lei tutto andrebbe bene nella vita, tutto si aggiusterebbe con la bontà e con un po’ di pigrizia.

E si pentiva di non essersi consigliato solo con lei: dopo tutto la vecchia zia non era che una serva; riceveva il suo men-