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A queste parole la madre sollevò di nuovo la testa sul guanciale ascoltando: le pareva di sentire anche lei quel suono, e lo benediceva.
— E allora possiamo mangiare, — disse il Dottore.
Anche a quello l’ospite aveva provveduto; ma Zebedeo non volle sedere a tavola: andò in cerca del barcaiuolo che era stato fin sotto la grotta e lo interrogò a lungo. In ultimo gli propose di ripetere con lui la gita, ma l’uomo era stanco e rifiutò. Allora Zebedeo cercò il pescatore di arselle: trovò solo la barca nera con la croce a prua, solitaria come una tomba sulla spiaggia rischiarata dai lumi della casa bianca. Nuvole basse e gravi s’accapigliavano sul cielo spinte e risospinte dal venti; il mare ribolliva e rombava sempre e la sua ira pareva senza fine.
L’uomo andava lungo la spiaggia: su e giù. A volte si proponeva di arrivare per terra fino al promontorio della grotta a tentare di comunicare col figlio attraverso le roccie; a volte pensava di camminare