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al campo dei morti narrando che tutto nella vita è vano, tutto falso.

E le pareva che la voce rispondesse:

— Tutto è vano, tutto è falso, anche l’amore del figlio per la madre che lo ha partorito con dolore.

Eppure ella continuava a cercare il suo Bellia: e adesso i riflessi delle pietre, le bizzarrie delle stalattiti, gli archi e le colonne della grotta la irritavano: le apparivano quali erano, escrescenze di roccia, stillicidio di sale marino.

Anche l’ultima famosa stanza che doveva essere come l’antro di Circe le parve un grande sepolcro sostenuto da blocchi di pietra nera simile al carbone. Una goccia d’acqua dolce stillava dal centro della volta e cadeva in una vasca di marmo; ma questa vasca era opera di uomo, e questa goccia inesauribile come la speranza era la sola realtà, il solo vero conforto ai naufraghi assetati.

Intorno al luogo nero e umidiccio si stendevano larghe lastre di pietra che al dire del vecchio servivano di letto ai gi-