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misteriosa che veniva, sì, dalla bocca di Bellia, ma saliva da una profondità spaventosa, come se egli fosse posseduto dal demonio e fosse il demonio a parlare.
E mille parole amare le salirono alla gola ma vi si fermarono in un groppo che parve soffocarla: aveva paura che Bellia se lei continuava nei suoi rimproveri pronunziasse anche lui altre parole imprudenti fino a rivelare a loro stessi e alle donne che già ascoltavano dalle altre stanze la radice del loro male.
Non parlò più, anzi corse a distendersi sul lettuccio accanto a quello di Rosa e si chiuse con la mano la bocca per fermare anche i singhiozzi convulsi coi quali almeno voleva espandersi il suo dolore.
Per qualche tempo Rosa cercò di consolarla, parlandole sommesso, pentita di aver provocato lei suo malgrado tanta pena: poi tacque e s’addormentò; e nel sonno rideva e s’agitava tutta finchè si svegliò di soprassalto e disse:
— Mi sembrava d’essere in barca e di andare alla grotta.